Sono questi i numeri delle rimozioni operate dal motore di ricerca su segnalazione di terzi, e che sono state comunicate al pubblico nei giorni scorsi nell’ambito del report sulla trasparenza.
Le rimozioni vengono operate per andare incontro alle lamentele dei titolari dei diritti di proprietà intellettuale o industriale (o alle organizzazioni che le rappresentano).
Al di la delle sorprese che emergono dal report (ad esempio appare che Microsoft, e non una delle major del copyright, è il soggetto che richiede con più frequenza rimozioni di link), sembra proprio che il gigante californiano sia preoccupato del suo futuro e delle nubi che sembrano addensarsi su di sé, al punto di cercare di acquietare i sempre più aggressivi titolari dei diritti di copyright.
La comunicazione un po’ a sorpresa dei numeri delle rimozioni segue di qualche giorno la notizia di una ripresa delle ostilità contro Google da parte dell’Unione Europea.
Il Commissario alla concorrenza Almunia, ha avvertito il gigante californiano che, in caso di reiterate condotte anticoncorrenziali, la Commissione non sarebbe rimasta a guardare, dando tuttavia la sensazione di volere quasi offrire a Google una sorta di via di uscita.
L’iniziativa della Commissione segue di qualche giorno l’inedita mossa da parte di Google che ha commissionato uno studio al costituzionalista della Ucla Eugene Volokh, nel tentativo di eliminare le forche caudine dell’Antitrust americano.
I risultati dello studio sono sorprendenti se visti nell’ottica della tradizionale modalità di difesa dai guai di Google.
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Fulvio Sarzanawww.fulviosarzana.it
Studio Legale Roma Sarzana & Associati