La Videosorveglianza sui mezzi pubblici ed in particolare sui taxi dopo i casi di Milano e Napoli: ma si può?

 

Dopo i recenti fatti di cronaca che hanno visto protagonisti aggressioni ai danni di conducenti del servizio pubblico, nella fattispecie, taxisti, alcuni Comuni quali quello di Milano    e quello di Napoli  hanno deciso evidentemente di correre ai ripari e consentire l’installazione di telecamere di videosorveglianza  nei Taxi.

 In particolare il Comune di Milano ha deciso  di rifinanziare il bando per l’istallazione di telecamere per la videosorveglianza a bordo delle auto pubbliche ai fini di tutela dell’incolumità dei conducenti e di sicurezza nel trasporto, mentre a Napoli le telecamere sembrano già pronte ad entrare in funzione in una delle cooperative che forniscono il servizio di Taxi  in città.

Il posizionamento delle telecamere all’interno delle vetture costituisce una delle novità previste dal Provvedimento del Garante Privacy dell’8 aprile 2010 che, consente, diversamente da quanto previsto in precedenza, il posizionamento di strumenti di videosorveglianza all’interno delle  auto adibite a servizio di trasporto di persone di piazza,  a condizione che in  “riferimento alle telecamere installate su veicoli adibiti al servizio di linea per il trasporto di persone (artt. 82, 85-87, d.lg. 30 aprile 1992, n. 285, “Nuovo codice della strada”) o su veicoli addetti al servizio di noleggio con conducente e servizio di piazza (taxi) per trasporto di persone (le telecamere ndr) non devono riprendere in modo stabile la postazione di guida, e le cui immagini, raccolte per finalità di sicurezza e di eventuale accertamento di illeciti, non possono essere utilizzate per controlli, anche indiretti, sull’attività lavorativa degli addetti”.

 Ulteriori prescrizioni dello stesso provvedimento prevedono che:

“ I titolari del trattamento dovranno poi provvedere a fornire la prevista informativa agli utenti del servizio di trasporto urbano. Gli autobus, i tram, i taxi ed i veicoli da noleggio con o senza conducente dotati di telecamere dovranno pertanto portare apposite indicazioni o contrassegni che diano conto con immediatezza della presenza dell’impianto di videosorveglianza, e indicanti, comunque, il titolare del trattamento, nonché la finalità perseguita.”

I due casi presentano profili di interesse, nonché punti critici  diversi: nel caso di Milano, secondo quanto affermato dal Corriere della Sera   infatti “le quattro centrali dei radiotaxi saranno presto collegate direttamente alla «control room» dei vigili urbani e le circa mille vetture dei tassisti autonomi saranno in collegamento, in caso di emergenza, con la cabina di regia di Securitalia, l’impresa che ha in appalto la vigilanza sugli edifici di proprietà comunale.”

 Il che significa che viene fatta una prima  applicazione, ma dovrà attentamente essere valutata, a mio parere, del principio di collegamento tra i sistemi pubblici e privati che comporta una videosorveglianza integrata e una “gestione” esterna dei sistemi di videosorveglianza in ambito pubblico secondo quanto ipotizzato  dal Governo Italiano con il decreto sicurezza del 2009 e ribadita dal Garante Privacy nel 2010, che potrebbe portare però, se non attentamente regolamentata, ad una “sorta” di centrale in stile “Grande Fratello” che penso debba essere in qualche modo evitata.

 Nel caso di Napoli invece che sembra avere un profilo di complessità realizzativa  diversa dal caso di Milano, appare poco chiaro il sistema di geolocalizzazione delle vetture, ovvero la rilevazione satellitare del percorso della vettura e della posizione, che potrebbe teoricamente consentire anche una sorta di controllo sulla mobilità e sulla produttività  del lavoratore, che come è noto non è ammissibile ai sensi dello Statuto dei lavoratori.

 Alcune osservazioni  in merito al Provvedimento del Garante Privacy del 2010 possono essere trovate qui

Fulvio Sarzana

www.fulviosarzana.it
Studio Legale Roma Sarzana & Associati
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