Ci deve essere stata un po’ di confusione in Francia in questi giorni sulla lotta alla contraffazione.
E si perché proprio mentre giungeva anche in Italia la notizia della condanna da parte della Corte di Appello di Parigi della popolare piattaforma di aste on line eBay, al pagamento di una multa di 5,6 milioni di euro per la vendita da parte di inserzionisti di oggetti di lusso contraffatti ( tra i quali anche i profumi Dior, Kenzo et Givenchy) di proprietà della multinazionale LVMH (Louis Vuitton Moët Hennessy S.A.), negli stessi giorni a Parigi, al termine di una dieci giorni di incontri tra rappresentanti della Commissione Europea, cyber investigatori, funzionari delle Dogane, Società private di vendita su internet e Associazioni, provenienti da tutti i paesi Europei, veniva annunciata solennemente dalla Commissione Europea la creazione di un Gruppo di esperti per la lotta alla contraffazione on line.
Fra coloro che avrebbero partecipato attivamente ai lavori parigini vi sarebbe anche eBay, che come si è detto era stata nei giorni scorsi protagonista della vicenda giudiziaria esaminata dalla Corte di Appello di Parigi.
Il Gruppo annunciato dalla Commissione dovrà peraltro operare secondo i dettami delle undici raccomandazioni della Ue dette de “La villette” e costituisce l’ultimo tassello della lotta doganale europea alla contraffazione completando cosi la raccomandazione comunitaria 1383 del 2003 sulle procedure per la protezione del diritto di proprietà intellettuale e il Piano Doganale Europeo del 2009 sulla lotta alla contraffazione .
Venendo ai presupposti della condanna di Ebay da parte della Corte di Parigi, va detto che la stessa Corte avrebbe ritenuto che la popolare piattaforma di aste on line non potesse godere dell’esenzione di responsabilità attribuita agli intermediari della società dell’informazione dalla direttiva sul commercio elettronico.
Ebay insomma svolgerebbe comunque un ruolo di intermediario tra il venditore e l’acquirente che le consentirebbe di poter verificare in anticipo la vendita di oggetti contraffatti.
Sotto questo profilo quindi non potrebbe rivestire il ruolo di “mero” intermediario della società dell’informazione che va esente da responsabilità.
Per questo motivo la Corte ha confermato la condanna di eBay al pagamento di una rilevante somma di denaro, restringendo però a 5,7 milioni di euro dai 40 originari la condanna a favore della multinazionale di moda francese in virtù della limitazione dell’attività di contraffazione al solo territorio francese.
Fulvio Sarzanawww.fulviosarzana.it
Studio Legale Roma Sarzana & Associati