Google, ( un po’ tardi?) decide di avviare un “«Protocollo per la segnalazione e la cooperazione» degli abusi su internet dopo la sentenza di primo grado Yotube-Vividown.

Una notizia curiosa riportata da una testata on line e ripresa da uno dei blogger più attivi in rete, Stefano Quintarelli, ha suscitato in me un certo interesse.

Si tratta della predisposizione e sigla , da parte di Google-Youtube, di un protocollo di intesa per la segnalazione di contenuti sconvenienti, a favore dell’Associazione  di tutela dei disabili Vividown.

La vicenda si inserisce marginalmente ( almeno cosi sembra) nel noto procedimento Google-Vividown, che aveva portato alla condanna in Italia  di alcuni manager del colosso statunitense, a causa  dell’inserimento su Youtube, di un video “dileggiatorio”  di uno studente disabile da parte di alcuni compagni di scuola.

In attesa del processo d’appello per i suoi tre manager condannati in primo grado per la vicenda del minorenne autistico “maltrattato”  da compagni “bulli” su Youtube, Google vara un «Protocollo per la segnalazione e la cooperazione» degli abusi su internet, a tutela degli utenti più deboli in rete.

Fra i beneficiari dell’intesa vi è , è l’associazione Vividown, cui apparteneva la vittima dei fatti – avvenuti a Torino nel 2006 – e che, anche grazie a questi sviluppi, è nel frattempo uscita dal processo.

Orbene si diceva che a pensare male si fa peccato ma a volte ci si azzecca, e sarà la deformazione del giurista, ma non capisco perché Google abbia deciso di introdurre questa importante innovazione solo dopo la condanna di primo grado, eppure i fatti risalgono al 2006 e la stessa Google avrebbe avuto tutto il tempo di stringere quest’accordo prima, e non dopo la sentenza di primo grado, e perlopiù in pendenza del procedimento d’appello che, si suppone, dovrà valutare varie cose, tra le quali anche il comportamento degli imputati prima e durante il processo.

Inoltre la stessa procedura utilizzata per realizzare questa “corsia” preferenziale mi appare alquanto anomala, innanzitutto perché l’associazione torinese, stando a quanto riportato dagli organi di stampa, ha la facoltà di contattare altre associazioni italiane in difesa di disabili e, previa comunicazione a Google, consentire loro l’utilizzo della procedura privilegiata, diventando così “arbitro” e giudice di eventuali Associazioni che desiderino “accreditarsi” come utenti privilegiati.

Una sorta, insomma, di “Albo Associazioni” riconosciute, in grado, si suppone, di evitare preventivamente l’insorgere di contenziosi mediante la segnalazione preventiva.

Molto nobile l’intento ma mi domando il perché tale procedura non possa essere adottata da un privato cittadino, nonché da un’altra Associazione che, magari, non è stata segnalata da nessuno e perché per segnalare eventuali abusi un cittadino debba essere un trusted user/flagger (utente/segnalatore privilegiato).

La presenza di profili di “segnalatori” autorizzati, o privilegiati che dir si voglia penso mal si concili con il diritto di tutti noi a veder cancellato qualcosa che ci “diffama” o che è stato carpito senza il nostro consenso senza doverci rivolgere a utenti privilegiati, e ciò a maggior ragione quando tale annuncio viene fatto “a mezzo stampa” ed  in presenza di un procedimento d’appello instaurato, che verterà proprio sulla responsabilità dei titolari del sito.

La difficoltà di far valere i diritti di un privato cittadino nei confronti del motore di ricerca penso sia nota così come la difficoltà di poter rintracciare un “contatto” in caso di disconnessioni “indesiderate” da facebook o da altri social network, una prassi di gran moda ultimamente.

Sarebbe stato utile, al contrario, e lontano da ogni procedimento pendente, istituire un punto di raccordo “stabile” a difesa del cittadino che ritiene di essere stato “leso” dall’uso del motore di ricerca o del portale di filmati.

I diritti digitali dovrebbero ( forse)  essere garantiti a tutti e in ogni tempo e non solo in occasione di un “tormentato” iter giudiziario

Fulvio Sarzana

www.fulviosarzana.it
Studio Legale Roma Sarzana & Associati
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