L’Amico Marco Scialdone segnala alla rete il documento dell’Ufficio Studi del Senato, a margine del decreto liberalizzazioni.
All’interno del documento ci sono spunti interessanti sulla raccolta dei compensi dovuti ai titolari dei diritti connessi, e sull’apparente decisione di far permanere il Monopolio della SIAE.
Il Governo ha deciso di liberalizzare la raccolta dei diritti degli artisti intepreti ed esecutori ma non quella generale degli autori ed editori legata al ruolo della SIAE.
Francamente non riesco veramente a comprendere come i ragionamenti che sono stati alla base della decisione governativa di liberalizzare la raccolta dei compensi degli artisti interpreti ed esecutori non abbiano poi portato alla decisione di liberalizzare anche il settore generale degli Autori ed editori, e porre in concorrenza ciò che oggi la SIAE ha in regime di monopolio.
Il documento dell’Ufficio Studi del Senato, a margine della presentazione del Decreto liberalizzazioni, cita correttamente tutti gli arresti giurisprudenziali comunitari, le proposte normative e soprattutto i provvedimenti dell’Autorità garante della Concorrenza ed il mercato, che hanno evidenziato chiaramente il ruolo anticompetitivo del monopolio IMAIE e non c’è da sorprendersi, vista la provenienza di Catricalà dall’AGCM.
Ma tutta questa analisi avrebbe dovuto condurre ( e, si spera possa essere utilmente essere utilizzata anche per abbattere il Monopolio SIAE) alla liberalizzazione anche delle funzioni dell’ente di raccolta collettiva dei diritti degli autori ed editori su cui fra l’altro si è abbattuta da qualche giorno la scure dell’apertura di una Commissione d’inchiesta in seno alla Commissione cultura della Camera.
La sensazione altrimenti è simile a ciò che accade quando un Giudice scrive una sentenza molto erudita dal punto di vista giuridico che dà conto di tutti i provvedimenti che si sono susseguiti, per poi emettere un dispositivo, ovvero la parte decisoria della sentenza, in totale contrasto con quello che lo stesso Giudice ha scritto nelle motivazioni.
Da questo punto di vista quindi il breve inciso contenuto nell’art 39 del decreto liberalizzazioni ” salve le funzioni assegnate in materia alla Società Italiana Autori ed Editori (SIAE)”, che fa rimanere in piedi tutte le prerogative dell’ente collettivo per eccellenza, non ha alcuna ragione di esistere.
Lo stesso documento dell’Ufficio Studi che si sofferma lungamente sull’abbattimento del “falso-monopolio” IMAIE, non dice nulla su quello, reale della SIAE, ed il fatto appare veramente singolare, vista l’erudita analisi ad opera dello stesso ufficio.
Si spera che il cammino parlamentare del Decreto, su cui spero vivamente non venga messa la fiducia, possa fare giustizia di questa anomalia
Fulvio Sarzanawww.fulviosarzana.it
Studio Legale Roma Sarzana & Associati