L’amico Michele Iaselli da notizia su Altalex di un ulteriore arresto giurisprudenziale di merito, con esito fausto, in tema di accesso abusivo a sistema informatico.
La notizia segue l’altra di qualche giorno fa relativa alla sentenza di non luogo a procedere da parte del GUP di Roma nei confronti di Gioacchino Genchi, il superconsulente di diverse procure, che era stato accusato di aver abusivamente intercettato ed archiviato molte migliaia di dati relativi ad intercettazioni.
Si tratta comunque di due procedimenti che avevano come protagonisti appartenenti alle forze dell’ordine.
In entrambi i casi ( la sentenza Genchi non è ancora disponibile sul web) sembra sia apparso rilevante ai fini della decisione di non luogo a procedere l’utilizzo dei dati ottenuti con il presunto accesso abusivo e non il semplice accesso, sembra cioè che la giurisprudenza di merito si stia orientando in tema di accesso abusivo verso la valutazione, ai fini della penale responsabilità, dell’utilizzo illecito o meno dei dati ottenuti con l’accesso autorizzato.
E’ una buona cosa per gli avvocati e per le parti, ma ho il dubbio che tale impostazione sia differente da quanto affermato anche di recente dalla Corte di Cassazione in tema di permanenza abusiva ( e non di accesso) e ho altresì la sensazione che non sia ben chiaro in alcuni casi agli organi giudicanti ( e molto spesso anche agli organi di accusa) la distinzione tra il reato di accesso abusivo a sistema informatico e quello previsto dall’art 167 del codice privacy, che come è noto, punisce il trattamento illecito dei dati personali in caso dal comportamento dell’agente derivi danno o profitto per lo stesso agente.
Fulvio Sarzanawww.fulviosarzana.it
Studio Legale Roma Sarzana & Associati