La Vittoria, l’Esproprio e Rosa Parks: l’AGCOM e la delibera sul diritto d’autore

 

E’stata presentato  lo schema di regolamento  dell’AGCOM sul diritto d’autore.

 

L’emissione del  provvedimento  ha in realtà due facce.

 

Il primo volto è un volto sorridente.

 

 

Si tratta per il popolo della rete  indubitabilmente, senza se e senza ma, di  una vittoria.

 

Lo è perché, senza una mobilitazione corale che ha riguardato tutto il mondo del web italiano, buona parte del mondo politico e del mondo dell’informazione, oggi staremmo commentando un provvedimento in grado di opporre ai navigatori italiani la grande muraglia telematica  italiana, analoga a quella cinese.

 

Invece, il sistema di inibizione per i cittadini italiani verso i siti esteri, attuato mediante la predisposizione di una lista di siti da fornire ai provider perché li inibiscano mediante i blocchi IP o DNS è scomparso.

 

Cosi come è scomparsa l’iniziativa diretta di inibizione, del tutto improvvida, da parte dell’AGCOM.

 

Il tutto sostituito da vari  avvertimenti effettuati dall’AGCOM al titolare del sito, che potrebbe stare anche in Papuasia, a cui potrebbe ( e sottolineo potrebbe)  seguire la segnalazione all’Autorità Giudiziaria.

 

Lo è perché dalle prime bozze della delibera che risalgono agli scoop del giornalista Alessandro Longo risalenti addirittura a novembre del 2010  ad oggi sembra sia passato lo spazio di una generazione e non pochi mesi.

 

La rete ha  infatti dato prova di una mobilitazione senza precedenti arrivando ad influenzare le agende di enti tradizionalmente molto restii ad ascoltare le istanze provenienti dal basso.

 

Prima di commentare approfonditamente la Delibera, cosa che farò nei prossimi giorni voglio però effettuare alcune considerazioni generali.

 

E veniamo al secondo volto, quello sinceramente deluso.

 

Il provvedimento dell’AGCOM francamente si poteva e doveva evitare.

 

Non vi era e non vi è alcuna ragione di urgenza che giustifica l’adozione di misure “ibride”e giuridicamente incerte  come quelle varate dall’Agcom.

 

Si tratta di un Frankenstein normativo che avrebbe dovuto essere varato semmai  da altri organi e con forme di partecipazione diverse da quelle messe in atto dall’AGCOM

 

Rimangono gravi dubbi di costituzionalità sui poteri autoattribuitisi dall’AGCOM e sulla prassi di “legiferare” su tematiche di rilevo dei diritti fondamentali dei cittadini.

 

Seguendo l’esempio dell’AGCOM da domani il Dipartimento di pubblica sicurezza    presso il Ministero dell’interno ( che ha ricevuto il compito di vigilare sulle violazioni che l’Agcom si è auto attribuita)  potrà autoattibuirsi il potere di cancellare i siti web che diffamano o che parlano male di questo o di quel politico.

 

Se infatti un’Autorità di vigilanza come l’AGCOM  ha poteri generali di vigilare su internet non vedo perchè non ce lo debba avere anche il Ministero dell’Interno oppure la CONSOB o non so quale altro Ente.

 

 

Rimangono anche gravi dubbi sull’umiliazione e l’esproprio  che ha subito il Parlamento che non ha potuto, già a far data dall’approvazione del Decreto Romani, potersi esprimere sul punto e che è stato del tutto “scavalcato” da un’Autorità che non dovrebbe, in quanto Organo non elettivo, intervenire nei diritti dei cittadini.

 

Rimangono Dubbi che  dovranno essere in qualche modo evidenziati sia con la consultazione sia, come appare probabile, dai ricorsi di vario genere che le Associazioni, i cittadini, le imprese faranno.

 

Detto questo mi sento di poter dire che ci troviamo di fronte ad una vittoria straordinaria che solo qualche settimana fa sembrava impensabile

 

L’Autorità avrebbe dovuto fermarsi ma non ci  è riuscita pensando in caso contrario  di poter perdere la faccia.

 

La faccia peraltro  l’aveva già probabilmente  persa l’AGCOM  nel  momento in cui non è riuscita a spiegare perché  non  ha combinato nulla con l’NGN che rappresenta il futuro digitale del nostro Paese puntando sulla regolamentazione del diritto d’autore ovvero  di un settore che incide sui diritti civili di migliaia e migliaia di cittadini a beneficio dei pochi.

 

La stessa Autorità che ha sottovalutato  la forza delle idee che circolano su internet e la determinazione dei cittadini a non farsi prendere in giro .

 

Quanto a noi, e mi riferisco a tutti i “combattenti” di sitononraggiungibile e tutti gli amici e colleghi che ci hanno dato il loro tempo e i loro consigli  e che ringrazierò uno ad uno dovesse costarmi l’intera estate vi assicuro che continueremo a combattere per la libertà della rete.

 

Le battaglie per i diritti civili debbono essere la priorità in un paese che ha rinunciato da tempo a combattere per qualcosa che riguarda tutti noi.

 

Se pensiamo all’origine delle battaglie per i diritti civili negli Stati Uniti ritroviamo anche il caso Rosa Parks   una donna di colore  coraggiosa che negli anni 50  si è rifiutata di cedere il posto ad un uomo di una razza diversa in un autobus pubblico nonostante questo prevedesse la legge di quello Stato, ed è rimasta seduta sino al capolinea sin quando è stata arrestata.

Il suo gesto ha dato inizio ad una battaglia per i diritti civili e ha  fatto  breccia nel sistema legislativo e giudiziario statunitense,  contribuendo  a fondare un movimento che è giunto sino ai tempi nostri, sino  all’elezione di Obama che non ha caso ha voluto Rosa Parks vicino a sé nel giorno del suo giuramento.

 

Noi non faremo questo cammino ma rimarremo seduti sino al capolinea ( sperando naturalmente di non subire la stessa sorte “giudiziaria” della Parkhurst) per vigilare che i diritti umani e civili dei navigatori rimangano intatti.

 

Come noi li vogliamo.

Fulvio Sarzana

www.fulviosarzana.it
Studio Legale Roma Sarzana & Associati
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