Alessandro Longo ha scritto un vivace articolo su L’Espresso di questa settimana, a pag. 142, affrontando il tema delle indagini su internet per risalire all’identità di una persona.
Ha quindi deciso di intervistarmi sui casi pratici che mi sono capitati in questi anni, ed io gli ho raccontato qualche ( non tutti, ovviamente 😉 ) piccolo segreto per “ritrovare” nomi, persone, siti ed altre informazioni che sembravano non aver lasciato alcuna traccia.
Fra le altre cose ho anche accennato alla ricerca, durata più di un anno, di un soggetto che compiva reati ai danni di “ignari cittadini” che avevano cercato aiuto e che si nascondeva in Svezia “fisicamente” e “virtualmente” avendo però approntato un complicato sistema di mirroring in giro per l’Europa ( niente a che vedere con Assange ovviamente) per le quali le ordinarie ricerche compite dalle forze dell’ordine, non riuscivano a dare alcun esito, anche in virtù delle difficoltà di ipotizzare un rapido sistema di rogatorie.
E’ comunque bastato chiamare il tizio al telefono su un numero che era tranquillamente presente in rete per riuscire a scoprire dove fosse ed il resto lo ha ( o avrebbe dovuto) fatto l’Autorità competente.
a volte però questa facilità di informazioni può rivelarsi anche pericolosa.
Fino a pochissimo tempo fa l’indirizzo professionale della madre di uno degli scrittori più ricercati dalle organizzazioni criminali per il suo impegno civile e più protetti per questo suo impegno era tranquillamente presente su Wikipedia in virtù della pubblicazione su internet dei dati relativi all’Albo professionale di appartenenza, informazioni che tutti potevano ovviamente consultare.
Si può ben immaginare a quale pericolo andasse incontro il soggetto in questione.
Ora il problema mi sembra sia stato risolto, ma attenzione a lasciare tracce di sè in giro, la Rete, a dispetto di coloro che credono realmente possa esistere un diritto all’oblio, non dimentica mai.
Fulvio Sarzana
www.fulviosarzana.it
Studio Legale Roma Sarzana & Associati