L’imperturbabile SIAE e i grandi cantanti.

Sembra proprio che alcune istituzioni nostrane siano destinate a non cambiare mai.

La Società Italiana degli Autori ed Editori (Siae), ovvero l’ente pubblico economico a base associativa preposto alla protezione e all’esercizio dell’intermediazione dei diritti d’autore, presieduta dall’ultranovantenne Gian Luigi Rondi, è sicuramente tra queste.

L’Ente, oggetto da diversi mesi di critiche anche aspre, che hanno investito pressoché tutti gli ambiti di competenza dell’istituzione, ha riportato di fronte al Tribunale amministrativo regionale del Lazio, una significativa (quanto insperata) vittoria.

Il Tar ha infatti respinto il 21 febbraio in sede cautelare, la richiesta di annullamento dello Statuto della Siae presentata ad inizio gennaio dalle Associzioni Acep, Arci e Audiocoop, che avevano promosso il ricorso e raggruppato musicisti indipendenti e case discografiche di piccole e medie dimensioni.

Alla base dell’impugnazione, secondo quanto riportato dalle stesse associazioni vi sarebbe la circostanza che il nuovo Statuto attribuirebbe, in maniera pressoché esclusiva, la governance della società agli associati più ricchi ovvero a quelli che beneficiano delle somme maggiori in sede di riparto dei diritti d’autore incassati dalla Siae.

E’ la legittimazione del cd voto pesante. In questo modo le delibere assembleari relative, essenzialmente, alla nomina del Consiglio di Sorveglianza al quale lo Statuto affida, sostanzialmente, la totalità delle scelte relative alla vita dell’Ente, dipendono esclusivamente dagli associati più ricchi ovvero i grandi editori musicali facenti capo e i grandi cantautori della musica leggera italiana..

Un disparità che sembrerebbe, a prima vista, evidente.

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Fulvio Sarzana

www.fulviosarzana.it
Studio Legale Roma Sarzana & Associati
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