La UE affronta il tema spinoso della Pedopornografia.
Il Parlamento europeo ha dato il via , con 541 sì, 2 no e 31 astenuti, ad una norma che impone ai 27 stati membri di punire con almeno 10 anni di carcere chi costringe un minore a compiere atti sessuali o a prostituirsi.
Fra le altre disposizioni, il testo introduce anche il reato di grooming, cioè l’adescamento di minori attraverso internet.
la Direttiva affronta anche il tema del turismo sessuale, con la possibilità da parte dei tribunali nazionali di punire il reo anche quando il crimine sia commesso all’estero .
Una particolare aggravante è prevista quando gli abusi sui minori vengono compiuti da persone che abbiano la fiducia dei bambini, ricoprano una posizione di autorità o esercitino una qualche forma d’influenza su di loro (ad esempio familiari, tutori o insegnanti) o abusino di bambini particolarmente vulnerabili (per dipendenze da alcol o droghe, o per disabilità fisiche o mentali).
Per quanto riguarda i siti web pedopornografici, se i server che li ospitano sono collocati all’interno della Ue le autorità giudiziarie dovranno disporre la cancellazione delle pagine.
Se invece i server sono fisicamente in paesi esterni alla Ue, gli organi di polizia giudiziaria, anche in via preventiva, dovranno agire per bloccare ai cittadini della UE l’accesso ai siti.
Gli Stati membri avranno due anni di tempo per adeguare le loro legislazioni.
Mi sembra, al di là della novità del grooming, la cui compatibilità con i principi di tassatività della norma penale previsti dal nostro ordinamento, dovrà essere attentamente vagliata e, che, faceva parte di una norma che attualmente pende ancora presso uno dei due rami del Parlamento italiano, che i principi UE siano direttamente mutuati dalle nostre norme in materia di pedopornografia.
Fulvio Sarzanawww.fulviosarzana.it
Studio Legale Roma Sarzana & Associati
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