Il tema dell’inibizione all’accesso agli utenti italiani attraverso i provider italiani, di grande attualità vista l’accelerazione governativa in tema anticipata ieri da Anna Masera su La Stampa , si sta trasformando, a seconda dei punti di vista in una farsa e/o in un tragedia.
Ultima in ordine di tempo la revoca del provvedimento di blocco del portale privateOutlet trasmesso ieri dalla guardia di finanza presso l’Antitrust ai provider italiani.
L’Antitrust che aveva disposto all’improvviso, nel bel mezzo delle discussioni sui poteri di inibizione a carico dei provider da parte dell’AGCOM, un blocco a carico dei provider italiani delle connessioni per violazioni del codice del consumo, ha emesso il 28 marzo un provvedimento di revoca dell’ordine di inibizione cambiandolo con un ordine a carico del titolare del sito di sostituire la propria homepage con un messaggio confezionato dalla stessa Antitrust
Il tutto come se tali ordini ( ordine di revoca trasmesso dagli organi di polizia giudiziaria ai provider incluso) provenissero dalla magistratura penale a seguito di una revoca da parte del tribunale del riesame e come se il sito stesso fosse in Italia.
Il principio ( ovvero il fatto di rivolgersi al titolare del sito) potrebbe sembrare corretto, se non fosse che in tutto ciò l’Antitrust ha ribadito la propria convinzione di aver pieni poteri di inibizione a carico dei provider, sentendosi quindi legittimata ad emettere provvedimenti che però, stando a quanto emerge dalle bozze della “leggina” che il Governo si appresta a varare, sono rivendicati dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
Sono francamente sconcertato da questi continui cambiamenti di prospettive che hanno un forte impatto sul futuro del web italiano e che vengono trattati con qualcosa di molto simile alla totale approssimazione.
Qui il antitrustordine di revocaprivateoutlet
Fulvio Sarzanawww.fulviosarzana.it
Studio Legale Roma Sarzana & Associati